Fotografare la foresta di Faggi nella nebbia
Fine Febbraio, è freddo, giornata invernale, vorrei andare in montagna a fotografare un pò di quest’inverno che si è fatto solo desiderare. Il Fotografo di paesaggio ha la responsabilità di mantenere un archivio storico delle stagioni, documentando la trasformazione del territorio e del clima nel corso degli anni. Oggi è uno di quei giorni che bisogna mettersi a lavoro e cercare qualche immagine rappresentativa dell’Inverno del 2023.
Inizio a guidare in direzione Maiella
Inizio a guidare in direzione Maiella, verso la stazione della Maielletta a 1600 metri di quota, dove ho individuato alcuni punti strategici per fotografare quasi in ogni situazione, in ogni stagione. Superato però l’abitato di Pretoro (CH) già la nebbia è fitta, ma decido comunque di salire in montagna, non si sa mai cosa può succedere. Raggiunta la mia meta il white-out era totale, fastidioso per via del sole che sopra la coltre di nebbia rendeva il paesaggio bianco, accecante, impossibile. Salgo in auto e inizio a scendere cercando tra i miei ricordi un luogo per realizzare qualche scatto. La situazione è quella ideale per fotografare gli alberi, la faggeta negli ultimi giorni di inverno. Parcheggio la mia Nissan in una piazzola lungo la strada che lo spazzaneve aveva creato apposta per me.
Preparo la mia attrezzatura Olympus
Preparo la mia attrezzatura Olympus, leggera, compatta e adatta a climi molto freddi e umidi; mi incammino lungo il sentiero che conduce in circa 40 minuti alla Cascata dell’Asinara, che io chiamo la Cascata che non c’è, infatti in molti anni non ho mai visto un filo d’acqua scendere dal quel salto di calcare di quasi 30 metri. Lungo il percorso ricordo alcuni soggetti interessanti, faggi dal fusto lungo e sinuoso, rocce sparse, qualche rifugio forestale che nella nebbia potrebbero assumere un’interesse diverso.
Nei primi metri del sentiero la neve è poca, quasi assente, appena superato il primo fosso, improvvisamente la neve al suolo è ancora presente, ma è una neve che non appartiene a questo periodo, sembra piuttosto la neve di primavera, dalla consistenza del sale grosso, bagnata e pesante. Procedo senza ciaspole e lentamente, mi godo il bosco immerso nella nebbia e presto attenzione ad ogni passo. Il sentiero in alcuni tratti è un traverso insidioso a picco sulla profonda Valle del Foro e la neve non tiene, è pericoloso!
Decido senza pensarci troppo di tornare indietro
Decido senza pensarci troppo di tornare indietro. Una mia regola di condotta che negli anni mi ha preservato da incidenti gravi è di tornare indietro appena nella mente si affaccia il pensiero “Dai, proviamo ancora 10 passi”. Gli incidenti si verificano sempre in quei famosi 10 passi, allora ho seguito la mia regola ed ho trascorso uno dei pomeriggi fotografici più belli degli ultimi anni.
Il mondo segreto del bosco
Perso in un bosco, immerso nella nebbia, silenzio e freddo, umidità e luce soffusa: le condizioni ideali per concentrarsi sulla fotografia, cercando le forme, individuando i tronchi diversi tra le schiere di alberi uguali. Ho trovato alberi solitari, faggi resilienti, foglie che hanno resistito all’inverno, radici scoperte che affondano con pazienza centenaria nel terreno, sono stato ospite per qualche ora in un mondo segreto, il mondo segreto del bosco.
Il video del pomeriggio nel bosco
La Galleria Fotografica